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LA BASTIDA DI SORRES 2019

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L’età Giudicale nell’isola fu caratterizzata da continui conflitti e guerre. Rarissime le battaglie campali; più numerosi i violenti attacchi, con saccheggi, distruzione di raccolti, razzie di bestiame, incendi di villaggi, assalti a fortificazioni.
Tra questi ultimi quello del 1334 che vide contrapposta la famiglia dei Doria ai catalano aragonesi per la riconquista della bastida, la fortezza realizzata nel colle di Sorres, vicino all’attuale Borutta, accanto alla cattedrale di San Pietro.
Strappata con uno stratagemma dagli iberici ai Doria, all’epoca signori del Meilogu con possedimenti anche a Alghero e Castelsardo.
Quella fortezza, realizzata in legno e di cui non è rimasto nulla, aveva importanza strategica perché dominava la via Turresa che collegava Castel di Cagliari a Sassari.
Brancaleone Doria riuscì a occupare parte della fortezza, ma poi fu respinto con l’arrivo dell’esercito catalano e di quello alleato arborense, comandato da Bernardo di Senesterra e da altri militari giunti da Sassari. I Doria se ne impossessarono di nuovo nel 1347 dopo la battaglia di Aidu de Turdu.
Quell’evento del 1334 è stato rievocato nel corso della nona edizione de “La bastida di Sorres”.
Il commento è affidato a Giacomo Serreli che si avvale dei contributi di Stefano Di Franco e della consulenza di Marco Milanese dell’Università di Sassari.
Durante la manifestazione, tra il 23 e il 25 agosto, sarà ricostruito anche un accampamento che riproduce gli ambienti e la vita quotidiana del Medio Evo in Sardegna.

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