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A TU PER TU - Puntata 22 - 05.06.2025

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La puntata odierna di “A Tu Per Tu” con Alessandra Carta, ospita un dibattito acceso sui referendum promossi dalla CGIL, focalizzati sul lavoro e sulla cittadinanza. Gli ospiti sono Pino Gesmundo, segretario nazionale della CGIL, in rappresentanza del fronte del “Sì”, e Sebastiano Tola, vicesegretario regionale di Azione, per il fronte del “No”. Al centro della discussione, il futuro delle tutele dei lavoratori in caso di licenziamento illegittimo, in vista del voto dell’8 e 9 giugno.
Quesito 1 (Scheda Verde): la reintegra al centro del ‘Sì’ della CGIL
Il primo quesito referendario, identificato dalla scheda verde, mira all’abrogazione del Decreto Legislativo 23 del 2015, uno dei provvedimenti attuativi del Jobs Act. Questa norma disciplina le tutele in caso di licenziamento illegittimo per i lavoratori assunti dopo il 7 marzo 2015 in aziende con più di 15 addetti. Pino Gesmundo della CGIL sostiene con forza la necessità di abrogare questa parte del Jobs Act, definendola una norma di civiltà. L’obiettivo principale è ripristinare il diritto alla reintegrazione sul posto di lavoro per i lavoratori licenziati illegittimamente. Gesmundo sottolinea come l’attuale normativa abbiadiviso il mondo del lavoro, creando disparità tra chi è stato assunto prima del 2015 (che mantiene il diritto alla reintegra) e chi dopo (che riceve solo indennità). Questo quesito riguarda milioni di lavoratori, soprattutto giovani, e la reintegra è vista come un grande deterrente per i datori di lavoro.
La posizione del ‘No’ di Azione: tra legge Fornero e armonizzazione Europea
Sebastiano Tola di Azione si schiera per il “No”, esprimendo una generale reticenza del suo partito verso l’uso dei referendum per tali materie, preferendo l’intervento legislativo. Tola argomenta che l’abrogazione della norma del JobsAct farebbe“rivivere” la Legge Fornero (Legge 98 del 2012), che prevede un tetto risarcitorio inferiore rispetto a quello attuale. Azione sostiene, basandosi su dati statistici, che spesso i lavoratori preferiscono un risarcimento del danno piuttosto che la reintegra, soprattutto in un’azienda potenzialmente “decotta”. Inoltre, Tola evidenzia che il Jobs Act è stato introdotto anche per armonizzare le norme italiane con quelle comunitarie, al fine di parificare i sistemi di trattamento e migliorare la competitività. Gesmundo contesta quest’ultima affermazione, citando la normativa spagnola come esempio di approccio più favorevole ai lavoratori che l’Italia potrebbe adottare.

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